Creazioni in terracotta

di Dario Carmentano

Per ottenere la nostra terracotta, leggera, di un colore rosato e fiammato, bisogna raschiare la crosta dei calanchi per raccogliere l’argilla dilavata dalle piogge, pura, asettica, scarica di ferro, schiarita dal sole. L’argilla dei calanchi, nell’entroterra della Basilicata, che satura quei paesaggi lunari, affamati di acqua e sazi di sole, da millenni, sin dall’epoca della Magna Grecia, viene raccolta come un frutto maturo della terra, se ne farà una marmellata da plasmare e da cuocere.

Sull’argilla non cresce niente, neanche la più piccola pianta, è così pura che guarisce e se la mangi ti cura le viscere, puoi bollirla e farne impacchi medicamentosi ma per ottenerne il meglio è bene metterla a bagno nei tini in acqua fresca, farla riposare sotto la luna e quando è gonfia e lievitata va impastata come il pane.
La si dispone in un grande cerchio e va pestata da più persone, come l’uva, rimestata e pestata ancora, fino a quando diventa docile alla foggia che il torniante vorrà darle. Una volta indurita, persa l’acqua, viene cotta e prende il colore del pane e si fa rifugio per il vino, l’acqua e l’olio.

La nostra visione è il rimando ad una antica cultura della terracotta e della ceramica della nostra terra e ci siamo avvalsi del progetto culturale e creativo di Dario Carmentano, che ha progettato le forme e le decorazioni dei vasi, artista di chiara fama, che lega la sua ricerca alla sua città natale, e che già nel 1999 ha portato alla Biennale di Venezia il “Pane di Matera” come scultura antropologica.

Con questa argilla noi abbiamo voluto realizzare tre serie di vasi, tutte dedicate alla nostra terra: la serie “Marosi” dedicata alle onde del mare di Metaponto, il mare della nostra città: Matera; la serie “Murgia Timone” dedicata agli insediamenti rupestri della Murgia Materana; la serie “I giardini pensili”, giardini di pietra, che adornavano le abitazioni dei Sassi di Matera, ricchi di mandorli, fichi e melograni.
Per la realizzazione delle fogge ci siamo affidati alla sapiente mano di Mastro Pasquale Di Lena, vasaio di quarta generazione, di Grottole, il paese della terracotta di tradizione in provincia di Matera, coadiuvato da Mastro Michele Rasulo che ha prestato la sua preziosa mano per la realizzazione in serie delle decorazioni ceramiche.